Il Parlamento Europeo boccia la direttiva sulla brevettabilita’ del software

Con un voto a sorpresa il Parlamento Europeo ha respinto a larga maggioranza la direttiva sulla brevettabilità del software fortemente voluta dal Consiglio e dalla Commissione europei spalleggiati dalle majors della tecnologia informatica.

Il rigetto è avvenuto con 648 voti contrari, 14 a favore e 18 astenuti.

La direttiva era già stata sottoposta in prima lettura all’esame del Parlamento europeo che ne aveva censurato il contenuto.

In particolare il massimo consesso europeo aveva criticato l’assenza di una chiara definizione dei limiti della brevettabilità del software, che avrebbe rischiato di compromettere, anziché incentivare, l’innovazione in Europa, rendendo possibile la brevettabilità delle idee sottese ai programmi informatici.

Ma Commissione e Consiglio, mostrando “totale disprezzo e sarcasmo nei confronti delle scelte operate dal Parlamento europeo”, come è stato osservato dal deputato socialista relatore del progetto Michel Rocard, avevano del tutto disatteso la bocciatura in prima lettura e la richiesta di azzeramento dell’iter procedurale, riproponendo la direttiva in un testo, se possibile ancor più favorevole alle grandi majors statunitensi.

Trattandosi di materia rientrante nell’ambito della procedura di co-decisione, solo con una maggioranza qualificata estremamente ampia la direttiva avrebbe potuto essere respinta in seconda lettura.

Così è stato. Ma non bisogna illudersi: è apparso immediatamente chiaro che a decidere le sorti della direttiva sono state le stesse majors che ne avevano propugnato l’adozione, intimorite dalla approvazione di emendamenti, presentati dal relatore Michel Rocard, che avrebbero introdotto limiti alla brevettabilità del software talmente rigorosi da vanificare le mire della potente lobby dell’informatica.

Oliver Drewes, portavoce del commissario per il Mercato interno, ha annunciato che la Commissione non intende per il momento presentare una nuova direttiva sulla brevettabilità del software.

Di seguito, è utile riportare il resoconto della seduta, pubblicato sul sito del Parlamento europeo (https://www2.europarl.eu.int):

“Il Parlamento «cancella» la direttiva sulla brevettabilità dei software – Relazione relativa alla posizione comune del Consiglio in vista dell’adozione della direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio relativa alla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici

Il Parlamento ha respinto a grandissima maggioranza – 648 voti favorevoli, 14 contrari e 18 astensioni – la posizione comune del Consiglio sulla controversa proposta di direttiva sulla brevettabilità dei software.

L’Aula ha salutato l’esito della votazione con un lungo applauso.

Si tratta della prima volta nella storia che il Parlamento respinge una proposta legislativa in seconda lettura della procedura di codecisione. Altre cinque volte, peraltro, i deputati avevano respinto delle proposte in terza lettura, in Plenaria o in comitato di conciliazione.

Prima di procedere alla votazione, il relatore Michel ROCARD (PSE, FR) aveva preso la parola per annunciare la molto probabile reiezione della posizione comune del Consiglio dovuta, non tanto alla convergenza di vedute dei deputati, quanto al fatto che i diversi «schieramenti» presenti in Parlamento preferiscono la reiezione all’adozione degli emendamenti presentati dai gruppi avversari.

Il relatore ha anche colto l’occasione per esprimere la forte disapprovazione sull’atteggiamento, definito «scandaloso», tenuto dalla Commissione e dal Consiglio nei confronti del Parlamento nella gestione di tale questione. Disprezzo e anche sarcasmo sulla posizione espressa dai deputati in prima lettura, assenza di consultazione in seconda lettura e tentativi di impedire il dialogo tra i governi, sono i principali addebiti. La crisi che attraversa oggi l’Europa, ha aggiunto, è dovuta anche al deficit democratico e, su tale questione, il Consiglio ha grandi responsabilità. «Che la reiezione gli serva da lezione!», ha quindi esclamato.

Sul merito, il deputato ha sottolineato la necessità di approfondire il dibattito in quanto la normativa «non è matura». In ogni caso, la reiezione sarà un chiaro messaggio all’ufficio europeo dei brevetti: il Parlamento ha rifiutato di legalizzare le recenti derive volte ad ampliare il campo d’applicazione della brevettabilità a taluni software. Se queste derive dovessero continuare, ha concluso, è chiaro che una maggioranza parlamentare emergerebbe per opporvisi.

Dopo la votazione, Hans-Gert POETTERING (PPE/DE, DE) è intervenuto per ricordare che la Commissione aveva annunciato la sua indisponibilità a presentare una nuova proposta in caso di reiezione. Tuttavia, ha aggiunto, l’Accordo interistituzionale prevede che la Commissione debba prendere iniziative qualora il Parlamento lo chiedesse. Il deputato si è quindi detto certo che ciò sarà fatto.

Monica FRASSONI (Verdi/ALE, IT) ha tenuto a precisare che non è automatico che il Parlamento richieda all’Esecutivo una nuova proposta che, ha detto, rischia anche di essere molto simile a quella precedente.

A nome della Commissione, Benita FERRERO-WALDNERha affermato di rispettare il diritto democratico del Parlamento di respingere la posizione comune. Tuttavia, ha sottolineato che gli uffici nazionali dei brevetti continueranno a rilasciare brevetti al di fuori di un quadro armonizzato e senza la possibilità di controllo della Corte di Giustizia. L’Esecutivo, ha aggiunto, intavolerà delle discussioni con le commissioni parlamentari competenti e ripresenterà una proposta qualora ciò venga richiesto. La commissaria ha concluso sostenendo che il futuro brevetto comunitario «è nella mani del Consiglio» che sta valutando una serie di opzioni percorribili”.

(6 luglio 2005)

Redazione

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