La terza rivoluzione industriale: cos’è?

Alla fine del secolo scorso si è cominciato a parlare di terza rivoluzione industriale. Dopo quella del vapore nel Settecento e quella delle ferrovie, dell’elettricità e del petrolio fra Ottocento e Novecento è ormai assodato che stiamo approdando nell’era delle fonti energetiche alternative e rinnovabili.

Petrolio, carbone e gas naturale continueranno  a fornire una porzione sostanziale di energia per l’Unione Europea ed il mondo per almeno tutto il ventunesimo secolo, tuttavia stiamo entrando in una fase in cui tutti gli Stati membri dell’Unione stanno facendo ogni sforzo per assicurarsi che le riserve rimanenti dei combustibili fossili siano utilizzate in modo più efficiente ed, a tal fine stanno sperimentando tecnologie di energia pulita per limitare le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.

Secondo l’economista Jeremy Rifkin, teorizzatore della terza rivoluzione industriale, l’intera economia sarà destinata ad una radicale trasformazione.

La nuova rivoluzione che porterà al passaggio dal cosiddetto ciclo fossile a quello solare, secondo Rifkin, poggia le sue basi su tre pilastri fondamentali che devono essere sviluppati ed integrati affinché il nuovo modello economico diventi concretamente operativo.

Il ricorso a forme rinnovabili di energia (solare, eolica, idroelettrica, geotermica, moto ondoso e biomasse) rappresenta il primo pilastro, dopodiché,  e questo è il secondo pilastro, per massimizzare l’energia rinnovabile sarà necessario sviluppare metodi di accumulazione dell’energia stessa. A tale scopo l’idrogeno è il mezzo relativamente più efficiente e completamente disponibile  per immagazzinare tutte le forme di energia rinnovabile. Infine, dovrà essere sviluppata una enorme e capillare rete, accessibile a tutti, per distribuire energia in maniera intelligente (c.d. Smart Grid).

Tutto ciò andrà integrato con la realizzazione di edifici che siano di per se produttori di energia, così come con la produzione di trasposti “sostenibili”.

L’idea teorizzata dall’economista statunitense può apparire di non facile realizzazione, tuttavia nella regione francese di Nord-Pas de Calais è stata concretamente realizzata.

In poco tempo. i lavori e gli incontri per l’elaborazione del Master Plan, presentato dallo stesso Rifkin, hanno portato alla proposta ed alla successiva realizzazione di un gran numero di progetti e di iniziative per la regione. Per realizzare questo Piano è stato persino creato un assessorato alla  Terza rivoluzione industriale.

L’auspicio è che  progetti simili possano presto essere realizzati anche in moltissimi altri Paesi. Non solo, si confida molto nei professionisti, sia  di vecchia che di nuova generazione, affinché guardino alla terza rivoluzione industriale con gli occhi di chi ha ancora la passione e la voglia di fare, e di fare bene,  per rendere migliore il mondo in cui tutti viviamo.

Redazione

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