Negli ultimi anni si è fatta strada l’idea che gli appalti pubblici possano rappresentare il volano per lo sviluppo di un’economia più equa, inclusiva e sostenibile.
A tal proposito, il Consiglio di Stato, con sentenza n. 6934 del 2022, ha parlato di un’ ”evoluzione del contratto d’appalto pubblico da mero strumento di acquisizione di beni e servizi a strumento di politica economica”.
Difatti, l’articolo 57 d.lgs. 36/2023 prevede l’inserimento all’interno dei bandi, degli avvisi o in equipollenti atti di gara delle c.d. “clausole sociali” ossia di specifici obblighi in capo agli operatori economici di garantire pari opportunità generazionali, di genere e stabilità occupazionale (primo comma).
Al secondo comma, invece, è previsto l’inserimento di specifici criteri di sostenibilità ambientale che gli operatori sono tenuti a rispettare.
Con specifico riferimento al secondo comma dell’articolo 57 d.lgs. 36/2023, è bene precisare che in ambito europeo è ormai consolidata l’impostazione volta a incrementare la tutela ambientale attraverso la conclusione di contratti pubblici che rispettino determinati standard.
Difatti, proprio in ottemperanza alle indicazioni contenute all’interno della Comunicazione COM (2003) 302 (Politica integrata dei prodotti – sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale”, l’Italia ha adottato “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione (PAN GPP)” di cui è stata adottata l’edizione 2023, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale (GU Serie Generale n.193 del 19-08-2023).
L’obiettivo del Piano è quello di promuovere i c.d. appalti verdi, ossia di appalti (ma anche concessioni) in cui i materiali, le strategie e i modelli di business consentano di realizzare la transizione verde, che rappresenta un obiettivo anche a livello internazionale (agenda 2030 ONU).
Il d.lgs. 36/2023 rimette la definizione del contenuto delle “clausole ambientali” ai c.d. CAM (criteri ambientali minimi), adottati con decreto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
I CAM sono a tutti gli effetti dei parametri in base ai quali le stazioni appaltanti possono valutare le offerte presentate dagli operatori economici; in particolar modo, quando sia adottato il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, i CAM possono venire in rilievo come parametri premiali di comparazione tra più offerte.
Emerge con chiarezza che l’inserimento delle “clausole ambientali” è in grado di avviare un circolo virtuoso, giacché le imprese saranno maggiormente incentivate a raggiungere standard di tutela ambientale sempre più elevati.
In particolare, al fine di aumentare la propria competitività, le imprese dovranno munirsi di apposite certificazioni che provino il rispetto dei requisiti riguardanti il settore ambientale, societario e di governance (criteri ESG).
Le “Certificazioni ESG” rappresentano i principali strumenti per ottenere vantaggi competitivi nelle procedure di gara d’appalto. Tra queste segnaliamo:
- la certificazione ISO 14001 è rilasciata dall’International Organization for Standardization (ISO) e valuta l’impatto ambientale delle pratiche aziendali e l’efficienza nella gestione delle risorse naturali.
- La Carbon Footprint, quantifica l’impatto di un’azienda in termini di gas effetto serra misurando le emissioni di anidride carbonica (CO2), ormai un concetto di rilievo nel contesto della sostenibilità ambientale e delle aziende responsabili.
- la “B-Corp”: valuta il rispetto degli standard di performance sociale e ambientale, di trasparenza e di responsabilità. La certificazione è rilasciata da B Lab, un’organizzazione no-profit che valuta l’impatto complessivo delle aziende in diversi settori.
La diffusione dei Green Pubblic Procurment promette di realizzare importanti obiettivi quali la diffusione di maggiore consapevolezza tra gli operatori economici, i quali, principalmente per ragioni di competitività, saranno maggiormente incentivate ad adottare prodotti e procedure maggiormente sostenibili; dall’altro lato, le Pubbliche Amministrazioni potranno muoversi nella direzione di un maggior efficientamento delle risorse, con indubbi risvolti positivi anche sulla spesa pubblica.