La scorsa puntata de “L’Ora Legale” – il webinar di approfondimento giuridico condotto dall’avvocato Carmelo Giurdanella e dal dottor Santo Fabiano – è stata dedicata al disegno di legge sulla sicurezza presentato dal Governo, già approvato dalla Camera e attualmente in esame presso il Senato.
Ospiti della puntata sono stati l’avvocata penalista Maria Licata e il professore e avvocato amministrativista Agatino Cariola.
La prima impressione che si ha approcciandosi al ddl sicurezza è che non si tratti di una disciplina omogenea, ma che interviene su plurimi argomenti tra cui è difficile individuare un filo rosso.
Le prime disposizioni del disegno di legge sono dedicate alla documentazione antimafia rispetto alla quale è prevista la possibilità per il Prefetto di escludere alcuni divieti o decadenze per le imprese colpite da interdittiva antimafia; per dirla con le parole del professor Cariola, si tratterebbe di una interdittiva calibrata sulle caratteristiche del caso concreto.
Tuttavia, il cuore del provvedimento in analisi sono senz’altro le disposizioni in materia penale, le quali introducono nuove fattispecie di reato, circostanze aggravanti e aumenti di pena.
Preliminarmente, pare utile ricordare la considerazione dell’avvocata Licata, la quale ha ribadito l’eccezionalità dello strumento penale, a dispetto dell’uso che se ne fa in questo periodo; in particolare, l’avvocata ha sottolineato la tendenza di questi anni di combattere la criminalità introducendo nuove fattispecie, come se ciò avesse automaticamente un effetto deterrente.
Invero, sarebbe necessario condurre un’analisi delle cause sociali da cui dipendono i fenomeni criminali, che in quanto appunti fenomeni, devono essere inseriti e studiati rispetto al contesto di riferimento.
La sensazione, invece, è che il disegno di legge voglia veicolare un approccio maggiormente securitario, inasprendo il trattamento sanzionatorio per alcuni reati e creando figure speciali di reati già previsti dal codice penale.
L’esempio di quanto detto è il nuovo articolo 634-bis c.p., (Occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui) che fa il paio con il già presente articolo 634 c.p. che punisce , più genericamente, la turbativa dell’altrui possesso.
Le disposizioni più di impatto, tuttavia, sono quelle che riguardano le ipotesi di blocco stradale e di resistenza a pubblico ufficiale, per cui sono previste rispettivamente le pene della reclusione e della multa (l’impedimento della circolazione stradale era prima sanzionata come illecito amministrativo) e l’inasprimento del trattamento sanzionatorio per la seconda ipotesi di reato.
In particolare, la criminalizzazione delle ipotesi di blocco stradale, secondo gli ospiti della puntata, rappresenta un preoccupante tentativo di scoraggiare la partecipazione alle manifestazioni in cui si ricorre a pratiche non violente come il blocco della circolazione automobilistica.
Eppure, il diritto a manifestare il proprio dissenso dovrebbe rappresentare il sale delle democrazie che si qualifichino come plurali e libere.
Il testo del disegno di legge è troppo ampio per pretendere di esaurire la sua analisi in una sola ora, per questo motivo abbiamo deciso di dedicargli un’altra puntata de “L’Ora Legale” che si terrà venerdì 8 novembre sempre alle 15.
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