Le tecnologie dell’informazione possono contribuire in maniera determinante ad accelerare la crescita ed a migliorare le condizioni economiche delle nazioni in via di sviluppo.
Lo dimostra un rapporto dell’Unctad (United Nations Conference on Trade and Developement), la Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo, che da tempo si occupa delle implicazioni che l’adozione del commercio elettronico e delle tecnologie di internet può avere per i paesi meno ricchi.
Il rapporto dell’Unctad, “E-commerce and Development Report 2001” – che ha analizzato la situazione economica e tecnica di 20 Paesi, tra i quali Bangladesh, Madagascar, Etiopia – rileva che Internet e l’Ict sono in grado di creare nuove opportunità di business per questi paesi, a condizione che essi si adoperino nella realizzazione delle infrastrutture necessarie e nello sviluppo di una cultura imprenditoriale orientata all’uso di tecnologie informatiche.
Va inoltre ricordato che l’Onu ha inaugurato nel novembre 2001 la ”ICT Task Force”, un gruppo di lavoro, composto da esponenti del settore sia pubblici che privati (per l’Italia il delegato è il siciliano Pasquale Pistorio) che ha come obiettivo proprio quello di favorire l’ingresso dei Paesi in via di sviluppo nei circuiti internazionali dell’Information Technology.
Qui di seguito uno stralcio dell’introduzione al rapporto di Kofi A. Annan, in cui il Segretario Generale delle Nazioni Unite sottolinea come, oltre a costituire un punto di riferimento per la UN Ict Task Force, il rapporto mira a sensibilizzare i governi dei Paesi in via di sviluppo all’utilizzo delle nuove tecnologie e che per tale motivo dovrà avere una larga diffusione:
“[…] This Report, which will serve as a useful reference for the United Nations Task Force on ICT, aims to help policy makers and practitioners in developing countries understand the nature of the network economy, and develop the infrastructure, capabilities, flexibility and openness with which they can reap its benefits. As a contribution to our collective efforts to unite the great promise of ICT with the needs of the poor, it merits the widest possible readership.”